Da documenti notarili del 21 dicembre 1857 attesta che indussero la cittadinanza e le Autorità teggianesi di quel tempo all’unanime decisione di erigere questo imponente Obelisco al nostro glorioso San Cono.
Nella notte dal 16 al 17 dicembre del 1857 un tremendo terremoto devastò vaste contrade della Campania e della Lucania causando ingenti danni agli abitati e numerose vittime nelle popolazione.
In quel terribile frangente il patrocinio del nostro Santo, per la sua terra natale, si dimostrò in maniera chiara e concreta poiché, di tutti paesi del Vallo di Diano, Teggiano fu l’unico che non ebbe da piangere vittime.
Essendo allora la Cattedrale non sicura, per i danni causati dal sisma, la statua di San Cono venne esposta alla pubblica venerazione su un altare positivamente costruita presso Largo Portello dove oggi sorge l’imponente obelisco.
La sera del 21 dicembre, cinque giorni dopo la prima scossa, mentre la popolazione si struggeva in preghiere e lacrime, furono viste stillare gocce di manna dal piede sinistro della statua del Taumaturgo.Le stille miracolose, sebbene deterse per ben tre volte con purissimi lini, si riprodussero istantaneamente per altrettante volte nello stesso posto.
Fu allora che, nella indicibile commozione generale, le autorità e il popolo decisero di innalzare questo magnifico monumento sia per dimostrare la loro gratitudine al Patrono sia per tramandare ai posteri il ricordo di quei avvenimenti.
Nel 1980 23 novembre un altro tremendo terremoto scosse l’intero il Vallo e il patrocinio del nostro Santo dimostrò ancora una volta la Sua protezione del Suo Paese nativo. E dal 1982, ininterrottamente i Vigili del Fuoco di Salerno ogni anno vengono a deporre un bouqhet di fiori ai piedi della bronzea statua posta alla sommità dell’obelisco.
Questo obelisco per noi teggianesi rappresenta una bandiera e ne possiamo essere giustamente orgogliosi del nostro San Cono perché Egli ha coronato la nostra Città di un’aureola di gloria che non sarà mai eclissata dal buio e dall’oblio dei secoli, possiamo essere orgogliosi di aver dato i natali a un Santo che pochi paesi hanno il privilegio di avere.
Le foto sono della ricorrenza del Patrocinio del 1980 dopo il tragico terremoto del 23 novembre.
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