Abbiamo ricevuto questa lettera dalla signora Maria Romanelli di Teggiano, missionaria in Africa nella diocesi di Edéa in Camerun che ci ha colpito molto per l’umanità e il coraggio ad affrontare i tanti problemi che affliggono questa parte del mondo, ma soprattutto per aver divulgato e fatto conoscere anche in Camerun il culto di San Cono, e noi della redazione non possiamo che essere contenti e onorati di pubblicarla qui, nel sito dedicato al nostro Santo Patrono.
Mi chiamo Maria Romanelli e sono di Teggiano. Dal 2010 sono missionaria laica “fidei donum” nella Diocesi di Edea in Camerun, dove coordino il “Progetto di sostegno all’educazione degli orfani e bambini vulnerabili all’AIDS”.
Nel giugno 2011, ritornando in Camerun dopo aver trascorso un mese e mezzo di vacanze in Italia, da buona teggianese portai con me una piccola statua di San Cono, per farlo conoscere anche in Africa, visto che il suo culto è diffuso un pò in tutti gli altri continenti.
Il sacerdote con il quale collaboravo, don Benjamin Bimai, era stato nominato parroco di una nuova parrocchia, dedicata all’allora Beato Giovanni Paolo II, oggi Santo. Nel creare le CEV (Comunità Ecclesiali Viventi), che sono dei gruppi base nei quali è divisa la parrocchia e che hanno un ruolo importante nella nuova evangelizzazione, egli mi chiese di proporgli un santo che poi avrebbe dato il nome alla CEV e che sarebbe stato il patrono della CEV stessa. Tra le mie devozioni personali ci sono quelle alla Madonna della Neve e San Cono. Visto che c’era già una CEV dedicata alla Madonna, scelse San Cono. Così, dopo un po’ di tempo, incontrai i membri della CEV “San Cono”, facendo conoscere loro la storia del nostro Santo Patrono.
Con l’aiuto di un sacerdote di Edéa che aveva studiato in Italia, don François Achille Eyabi, tradussi in francese le preghiere, la vita e la Messa Propria di San Cono, tratta dal Messale del Proprio dei Santi della Diocesi di Teggiano-Policastro che il sig. Cono Di Sarli di Teggiano mi aveva donato per portarlo in Camerun insieme agli altri ricordini di San Cono. Con il parroco e i membri della CEV “San Cono”, organizzammo la novena e la festa in onore di San Cono. Il giorno della festa, la statua fu portata in processione nella cappella all’inizio della Messa. Durante la celebrazione, le eroiche virtù del nostro caro Santo Patrono furono portate a esempio dei fedeli. Al termine della Messa, furono distribuite le medagline e le immagini del Santo.
In quello stesso mese di maggio 2012, accompagnai i bambini che sosteniamo con il Progetto alla festa diocesana dell’infanzia. Per l’occasione erano in programma diversi giochi ai quali ogni gruppo o parrocchia partecipava, e anche i nostri bambini vi presero parte. Per partecipare ai giochi, bisognava identificarsi con una parrocchia o un movimento in particolare. Non appartenendo ad una specifica parrocchia o ad uno specifico movimento cattolico – il Progetto diocesano include bambini provenienti da più parrocchie – , una bambina propose di presentarci come “Groupe San Cono”, di cui loro conoscevano la storia, avevano visto la statua e del quale avevano ricevuto in dono la medaglina con la sua immagine.
Nonostante io avessi qualche titubanza sulla scelta del nome, gli altri bambini del gruppo l’accettarono e ne furono entusiasti. Così ci presentammo per la prima volta come “Groupe San Cono”, era il 12 maggio 2012. Alla fine di giugno 2012, alla festa di fine anno scolastico che siamo soliti organizzare con i bambini e i ragazzi sostenuti dal Progetto diocesano, chiesi ai ragazzi di riflettere ancora, durante le vacanze estive, sul nome che volevano darsi come gruppo, in modo da identificarsi all’interno della “Pastorale Giovanile Diocesana”.
A settembre, quando facemmo il primo incontro per il nuovo anno scolastico, i ragazzi ribadirono che il nome del gruppo doveva essere “Groupe San Cono” e facemmo anche un programma di attività per l’anno che cominciava, inserendo alcuni incontri sulla spiritualità benedettina – la famiglia monastica di San Cono – alla quale il gruppo si è ispirato.
Con uno dei ragazzi del gruppo ho tradotto il dramma teatrale sulla vita di San Cono in francese, adattandola al gergo della gioventù camerunese, nella speranza che un giorno si possa mettere in scena. In Camerun, l’11 febbraio è la Festa Nazionale della Gioventù che si celebra con sfilate di bambini e giovani di tutte le scuole, gruppi e movimenti in ogni città del Paese davanti alle autorità civili, religiose e tradizionali. Dal 2014, i ragazzi del “Groupe San Cono” partecipano al Defilé della Gioventù nel gruppo più grande della Pastorale Giovanile Diocesana, indossando le magliette con l’immagine di San Cono impressa sopra e sfilando con la placca e il foulard rappresentanti il Santo Patrono.
A giugno poi celebriamo la sua festa preceduta dalla Novena itinerante – la novena pregata nelle famiglie dei ragazzi del gruppo, davanti al quadro di San Cono che ha girato ogni giorno in una casa diversa e che poi è stato donato alla Pastorale Giovanile Diocesana – e poi conclusa l’ultimo giorno con la celebrazione della Messa Propria di San Cono. Così oggi in Africa ci sono due gruppi che hanno come Santo Patrono il nostro caro San Cono.
Che il nostro amato Protettore interceda presso Dio per questi suoi nuovi figli, per il Camerun e per l’Africa tutta, così bisognosa di giustizia e pace.
Maria Romanelli
Buon Giorno. Ciao. Molto molto bella questa storia. Grazie di condivirla con me. Grande San Cono. Sempre lo porto nella mia macchina. Un abraccio e buona domenica.
Onore a Maria Romanelli, per aver diffuso il culto di San Cono in Africa, queste notizie non possono riempirci di orgoglio sia come Teggianesi che come cristiani.
BRAVA MARIA! ORGOGLIO TEGGIANESE