Con immenso piacere raccogliamo e pubblichiamo la lettera di ringraziamenti che ci inviato il prof. Mario Casella in merito alla giornata di presentazione dei suoi 2 ultimi libri “La voce di San Cono” e “Paese mio che stai sulla collina” che si è svolta nella serata dello scorso 17 dicembre nella Chiesa Cattedrale di Santa Maria Maggiore a Teggiano.
Ringraziamo il professor Mario Casella per averci fatto partecipi delle sue emozioni e gli auguriamo tanto successo per i suoi libri che rimarranno scolpiti nella memoria di tutti.
Redazione
La voce di San Cono
Eccellenze, Autorità, amici, desidero anzitutto rivolgere un cordiale ringraziamento a tutti voi per aver voluto onorare con la vostra presenza questa assemblea. Ringrazio il coordinatore e i relatori che hanno parlato: li ho ascoltato con viva attenzione e molto frutto, perché nei loro interventi ho individuato osservazioni e spunti di riflessione che mi saranno utili per le altre ricerche sulla diocesi di Diano-Teggiano che da qualche tempo vado effettuando: sto infatti raccogliendo gli scritti pastorali dei nostri vescovi Caldarola e Forzoni, che mi sembrano straordinariamente attuali e che a mio avviso potranno essere utilmente utili sia ai sacerdoti per le loro omelie, sia ai laici per la loro formazione religiosa, culturale e sociale.
Ringrazio poi quanti, in forme e modi diversi, hanno facilitato la mia ricerca ed hanno reso possibile la pubblicazione di questi due libri. In particolare, esprimo la mia gratitudine al parroco e canonico di questa vetusta cattedrale, don Giuseppe Puppo, e al Comitato San Cono, di cui fanno parte, tra gli altri, Cono Di Sarli e mio nipote Dario, che si sono attivamente adoperati per la riuscita di questa presentazione. Riconoscenza esprimo anche all’Editore Carmine Carlone, per aver ospitato nelle sue accurate e ben note edizioni questi due volumi sulla Voce di San Cono; a mons. Romano Tardugno, per l’interesse con cui ha seguito il mio lavoro storiografico e per le utili informazioni fornitemi su questioni riguardanti le varie tematiche da me affrontate. Desidero inoltre ringraziare il personale della Biblioteca Pio XII del Seminario: don Nicola Russo, Giovanna Cappelli, Patrizia Ianniello e Sandra Celentano, per avermi aiutato a risolvere molti problemi legati alla mia ricerca e a questa presentazione; i coniugi Carmine e Maria Di Gruccio del Comune di Teggiano, per aver messo a mia disposizione uno strumento di lavoro prezioso, che certamente sarà utile anche agli studiosi e gli studenti che vorranno approfondire le loro conoscenze sulla storia di questa nostra amata Città: parlo dellelenco dei sindaci, degli assessori e dei consiglieri comunali di questo Comune dal 1946 ai giorni nostri, da me integralmente pubblicato in appendice al primo volume. Un pensiero particolarmente affettuoso vorrei infine rivolgere alla cara memoria di mons. Vito D’Alto: ho avuto il privilegio di godere della sua amicizia e del suo sostegno morale fin dagli anni della mia giovinezza, allorché lo ebbi come docente nelle scuole ginnasiali e liceali. A lui, da me definito, nel volume su don Michele D’Elia, la memoria storica della nostra comunità teggianese e diocesana, mi rivolgevo ogni qual volta avevo bisogno di notizie utili alle mie ricerche. Ci sentivamo spessissimo, specie nei pomeriggi domenicali, e nel corso di lunghe telefonate egli mi raccontava la storia religiosa e sociale della nostra diocesi, di cui era stato per molti anni vicario generale. Il piacere del raccontare e dell’ascoltare era reciproco. Mi manca moltissimo.
Nei due libri che abbiamo presentato mi sono principalmente preoccupato di andare alla ricerca delle radici della mia formazione umana e cristiana. Li ho scritti con particolare amore e intima partecipazione. In essi, non c’è solo la mia piccola storia personale, ma, come potrete verificare scorrendo in entrambi i libri l’indice dei nomi, c’è anche la storia di ciascuno di voi, dei vostri familiari, dei vostri amici; di molti dei nostri parenti e conoscenti emigrati in terre lontane alla ricerca di un lavoro e di un benessere che a loro mancava nella terra d’origine. Confesso – mi ha scritto nei giorni scorsi il carissimo mons. Spinillo nel confermarmi la sua venuta a questa presentazione che rileggere pagine della nostra storia, di cui si è vissuta almeno una piccola parte aumenta la consapevolezza delle cose buone cui si è avuta la grazia di partecipare, ed il desiderio di ringraziare le persone da cui si è avuto tanto. Proprio così. Anche chi vi parla ha sentito e sente il bisogno di ringraziarvi per la vostra amicizia, per la vostra accoglienza, per la pazienza e la curiosità che avete dimostrato questa sera e che, come spero, continuerete a dimostrare leggendo questi due libri. Non vi nascondo che nello scriverli mi sono più volte commosso per le tante piccole e grandi storie personali di cui sono venuto a conoscenza scorrendo le pagine della Voce di San Cono, specie leggendo le lettere indirizzate a don Michele dai nostri connazionali emigrati in altre zone d’Italia e all’estero o le esperienze pastorali fatte dal parroco nelle sue visite agli ammalati e ai moribondi. C’è un episodio che mi ha particolarmente toccato: quello che fa riferimento al cav. Francesco De Simone, che negli anni della mia fanciullezza aveva la sua casa di fronte alla mia, nella discesa che dalla chiesa di S. Martino porta al Seggio (la stessa che oggi è abitata dall’amico Cono Di Sarli), e che spesso brontolava (in italiano si dice muluiava) perché giocando a pallone mettevo a rischio i vetri delle sue finestre, morì cantando l’Inno a S. Cono. Beato lui, ho detto tra di me: una persona che muore cantando e invocando San Cono ha la gioia nel cuore ed è in pace con Dio: ora è sicuramente alla Sua presenza, e prega e intercede per noi.
Concludo ringraziandovi ancora per aver onorato con la vostra presenza questa, per me, memorabile serata e augurando a ciascuno di voi e delle vostre rispettive famiglie Buon Natale e sereno Anno Nuovo.
Prof. Mario Casella
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