Dopo un breve periodo di silenzio, riprendiamo il viaggio con “un pò di storia…” tra i luoghi di culto di San Cono, questa volta parliamo del culto di San Cono a Cessaniti in provincia di Vibo Valentia.
Vi ricordiamo i precedenti articoli di: ”(Brooklyn – New York)“ ”(Florida/Uruguay)“ ”(Buenos Aires/Argentina)“ e ”(Tamaca/Venezuela)“ in cui vi abbiamo raccontato come si sono svolti gli eventi che hanno portato alla nascita del culto di San Cono. Buona lettura.
La Borgata di S. Cono frazione di Cessaniti in provincia di Vibo Valentia, sorge su un poggio che domina un vasto e magnifico panorama, circoscritto da una splendida e amena corona di colline, dolcemente degradanti verso il Mar Tirreno e sul Golfo di Sant’Eufemia.
Nel settecento, epoca di forte fervore per il culto di San Cono, il Santo fu fatto conoscere ai mercanti del luogo, soliti a venire nelle nostre zone.
Il 5 febbraio 1783, la Borgata di S. Cono fu rasa completamente al suolo da un terribile terremoto. I superstiti costruirono, a distanza di trecento metri, l’attuale abitato che conta circa cinquecento anime.
Molti San Conesi ( cosi detti gli abitanti di S. Cono) emigrati in Argentina e in Brasile, non trascurano la devozione al loro Santo Patrono. Infatti, nell’annuale ricorrenza festiva mandano offerte e nei loro bisogni lo invocano con grande fiducia.
Moltissimi, e non soltanto a Cessaniti, ma anche negli altri paesi limitrofi, nel momento del battesimo assumono come primo o secondo nome, quello di Cono, anche nella sua forma femminile di Cona o Maria Cona.
Oltre la festa del dies natalis del 3 giugno, si festeggia la solennità esterna nella ricorrenza della terza domenica di luglio, in cui molti pellegrini si recano a S. Cono da tutta la vasta piana tirrenica del vibonese. Da qualche anno e stata introdotta la celebrazione del Patrocinio e della Traslazione.
Nella Parrocchia si conserva una miracolosa reliquia di un dito carbonizzato di San Cono, la cui vicenda si perde nella tradizione popolare, infatti si ignora da chi, come e quando sia pervenuta.
Prima del 1783 la borgata attuale di S. Cono si chiamava Santa Venera, nel 1783 ci fu un tremendo terremoto che distrusse tutta Santa Venera e la Reliquia si perse sotto le macerie. San Cono però andò in sogno ad una anziana signora che le disse di far scavare presso la conulia (luogo antichissimo di preghiera), poiché lì avrebbero trovato il suo dito. Cosi avvenne, scavarono e trovarono il dito.
Per sperimentare se il dito fosse veramente di San Cono, il parroco lo mise nel fuoco, dicendo: se sei davvero il dito di San Cono, scostati. E il dito dal braciere passò sul bordo. Meravigliato, il prete lo mise di nuovo nel fuoco e questa volta il dito si collocò sulle ginocchia del prete, ma egli, tra l’incredulità e la meraviglia, lo rimise per la terza volta nel braciere e il dito non solo usci dal fuoco, ma colpi in pieno l’occhio del prete che lo accecò. Allora non solo credette, ma si volle tenere il dito a San Marco (frazione di Cessaniti) e lo collocò nella chiesa. Ma di notte la reliquia scompariva e la mattina veniva trovata a S. Cono (frazione di Cessaniti); perché il Santo voleva che il suo ricordo rimanesse la. Allora fu ordinata la statua, e questa fu pronta per la terza domenica di luglio e con grande festa e giubilo di tutto il popolo la statua fu portata in processione.
L’autenticità della predetta reliquia é dimostrata dai suggelli apposti varie volte dalle Autorità Diocesane ed in ultimo, nel 1948, da S. E. Mons. Enrico Nicodemo, Arcivescovo di Bari.
Il dito, anche se bruciacchiato, ancora oggi lo si può vedere nella teca che e appesa alla stola che San Cono porta sul petto. Cosi a furore di popolo si e diffusa la devozione per San Cono ed e stata istituita per sempre la festività di San Cono nella terza domenica di luglio.
San Cono perdona mis malas acciones y toma en cuenta mi fe , por favor escucha mis ruegos concédeme estar en paz con mi familia. ayúdame con la suerte que necesito para hacer realidad mis suenos. Gracias San Cono
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